Uno zoo inquietante anche se un po' vecchiotto

 

Lo Zoo di vetro

di Tennessee Williams

traduzione Gerardo Guerrieri

regia, scene e costumi Pier Luigi Pizzi

con Mariangela D’Abbraccio, Gabriele Anagni


È un racconto di solitudine, fuga dalla realtà, egoismo, malinconia del passato, amore e gabbie! Laura fugge dalla realtà stando praticamente segregata in casa a collezionare animaletti di vetro, lo “zoo di vetro” a cui allude il titolo; Tom invece si estranea bevendo e passando la maggior parte del tempo al cinema. Amanda, la loro madre, vive nei ricordi di quando era giovane e bella e le sue nostalgie appaiono una sorta di riflesso, esasperato e lucidamente torbido, delle inquietudini e del disagio morale di molta parte della coscienza moderna. 

Tutti dunque si sentono in gabbia e non c’è via di uscita!



Il testo di Tennessee Williams sembra mostrare decisamente tali gabbie in cui forse tutti noi siamo (consapevolmente o inconsapevolmente) e nella recitazione anche sopra le righe soprattutto della brava Mariangela D’Abbraccio (ma ottima anche la prova di Gabriele Anagni) si sente tale angoscia esasperata, questo senso di frustrazione dove sembra che tutto chiami a uscire e dove invece tutto appare come senza uscita!

Opera dunque inquietante e considerata non a caso uno dei capolavori del ‘900.

La messa in scena però lascia a tratti a desiderare: nella resa del testo le pause e il ritmo talvolta infastidiscono perché gli interpreti sembrano sguazzarci con troppo agio e troppo spesso. È una recitazione un po’ vecchia e francamente un po’ démodé.

Anche la regia, complessivamente, non risulta del tutto efficace e risulta a mio avviso eccessivamente tradizionalista e anch’essa un po’ desueta presentandoci un teatro d’altri tempi (quasi un pezzo d’antiquariato) senza alcuna invenzione che renda i fatti più vicini alla sensibilità di oggi e che dica con parole chiare che le “anime fragili” che calcano la scena e i fatti rappresentati potrebbero facilmente ritrovarsi nella nostra società, vicini a noi o nelle nostre case.

Spettacolo in tutti i casi interessante e godibile.


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