Miracoli metropolitani che non mi hanno convinto

 


Miracoli metropolitani

Uno spettacolo di Carrozzeria Orfeo

testo di Gabriele Di Luca

regia di Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi.



Mi ha incuriosito e sono uscito di casa per vedere questo spettacolo di cui avevo sentito gran bene leggendo qua e là.

Attori bravissimi, non c'è che dire, soprattutto nel reggere il ritmo indiavolato di tutta la prima parte e i cambi di tono e di registro, immediati e violenti che caratterizzano tutta la parte finale.

Si mette in scena tutta un’umanità “bruta”, in un mondo che vuole essere il mondo contemporaneo, cosalizzato e nientificato, un mondo fatto di vite che non hanno più speranza che non hanno più umanità. È messa in scena la nullità dell’esistenza e il male, senza alcun barlume di redenzione. Il tema dunque è l’assoluto nulla che sta divorando l’uomo e il mondo, un po’ come è previsto (con toni certamente più leggeri e poetici) da quella “Storia Infinita” che ci ha fatto compagnia da piccoli.

Però è proprio il testo che a parer mio funziona poco. Se risulta accattivante  e frizzante (e divertente nella sua assurdità) nella prima parte, nella seconda parte e in tutta l’ultima ora di spettacolo l’effetto prodotto è di una noia mortale: non tanto per i ritmi che si susseguono sempre uguali - lenti lenti - ma per la retorica spinta che si manifesta in modo untuoso e ipocrita. Non ho capito - dico la verità e faccio mea culpa - se la resa è costruita in modo ironico o credendoci davvero. Ed è proprio questo a lasciarmi più perplesso.

Spettacolo in tutti i casi sui generis, da vedere con pazienza: due ore e mezza senza intervalli sono molto lunghe.


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