Nel tempo degli dei - Il calzolaio di Ulisse


Diciamolo subito: lo spettacolo "Nel tempo degli dei - il calzolaio di Ulisse" (produzione Jolefilm e Piccolo di Milano) per la regia di Gabriele Vacis, è splendido. Una lezione di teatro (e di vita) per chi di teatro non sa nulla, per chi di teatro ha un concetto vago, per chi vive la vita bramando spasmodicamente  di poter raggiungere l'eternità e davanti alle sirene dell'immortalità non sa trovare le ragioni per resistere o per esistere. Ecco, lo spettacolo vuole essere proprio questo: mostrare che ciò che è faticoso ed eroico, ciò che è "divino" non è esser dei, ma uomini, (con tutti i propri limiti e con tutti i propri vizi e nefandezze), uomini nudi.
E' la storia di Ulisse che si fa vita e racconta: è la profezia che il fantasma di Tiresia gli fa nel suo viaggio nell'al di là.

Ma oltre i significati, la logica e il raziocinio, è il significante che vale nello spettacolo! Sono le suggestioni, i sogni, le musiche e i ritmi, le luci e i giochi scenici che incantano e fanno danzare l'anima e gli occhi. E' la bravura degli artisti sul palco, tutti! Non solo Marco Paolini, strepitoso Ulisse, ma è anche Elisabetta Bosio, Vittorio Cerroni, Lorenzo Monguzzi, Elia Tapognani e soprattutto Saba Anglana e la sua voce magica. Ma tutto è magico: le parole, i canoni, i canti, i suoni sono orchestrati come non si saprebbe far meglio dalla regia onirica ed efficacissima (e studiata al millimetro) di Gabriele Vacis.

E' uno schiaffo (e uno schiaffo piuttosto forte) a molti: a coloro che si inventano dall'oggi al domani di esser teatranti, a coloro che pensano che il teatro sia facile, o che sia solo poter disporre figure, o a coloro che pensano che teatro sia solo tecnica, o per quelli che ne fanno psicologia , che ne fanno una religione. Nulla di tutto questo. Il teatro è nulla di tutto questo preso singolarmente ed è tutto questo "tutto".

La sua versione paradigmatica esiste e risale forse ad Aristotele: nella Metafisica (Libro H 1045 a 9-10),  Aristotele parla di “…tutte le cose che hanno molte parti, e il cui insieme non è come un ammasso”. Non essere un ammasso significa esser teatro: che le parti sono poste in relazione reciproca e creano un sistema, una struttura, una organizzazione, un organismo, una architettura.

Il teatro è  "olistico" per essenza, per sua propria natura: trova il suo senso compiuto nell'intero, ed è di ciò che stasera ci ha dato una magnifica lezione "Il Calzolaio di Ulisse".

Commenti

Post popolari in questo blog

Le Villeggiature di Farmacia Zoo:È

Un tango da dimenticare

Un delicato e bravissimo Paolini in Boomers